Non so perché, ma non mi stupisce che Greenpeace, con il suo ecoterrorismo, sia riuscita a prendersela anche con l'iPad. Già, sostengono che il "cloud computing" (l'immagazzinamento di sempre più dati in rete invece che sul dispositivo) usato da iPad ha un'impronta di carbonio troppo elevata. Dicono che "forse qualcuno potrebbe creare un'app per calcolare l’impronta di carbonio che si genera usando tanti differenti siti web, basandosi sulla location dei server e sull'energia, di volta in volta, richiesta".
Insomma, Greenpeace non si smentisce mai, e ogni occasione è buona per criticare qualcosa. Come dire: "piove, governo ladro!".
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